Non fare per convincere o stringere, fai per liberare e per lasciare andare. La pressione che eserciti nel tentare di convincere gli altri porta l’altro a doversi necessariamente spostare. È poco importante l’aspetto secolare degli eventi, è invece davvero importante il compito dell’anima che abita quel corpo. Ciò che appare a te estraneo può rappresentare necessità impellente per l’altro. Occorre quindi non mescolare mai il nostro sentire con il sentire altrui, il nostro parere con il percorso altrui. Non spingere perché l’altro cambi rotta, evitando l’ignoto, un pericolo. Tutto avviene necessariamente e se vogliamo davvero che qualcuno sia in grado di proteggersi e di difendersi, non dobbiamo sostituirci a lui o fare per l’altro ma spostarci e lasciarlo fare, lasciare che impari ad affidarsi solo a se stesso. Solo così imparerà a credersi. Ancora prima di giusto e sbagliato, è importante non avere dubbio su ciò che è manifesto di noi ma ancora di più su ciò che di noi, a noi stessi taciamo. Invitalo a cercarsi e a credersi e non a cercarti e a crederti.
Tiziana Cerra
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