In questi giorni, l'argomento predominante di discussione è stata la controversa pubblicità della "Pesca". Pareri discordanti, associazioni in sommossa e persino pensieri autorevoli pronti ad esprimersi. Ciò che emerge con chiarezza in tutto questo clamore a mio parere, è la necessità di quel coraggio straordinario che ci permetta di essere tutti un po’ più autentici, quel coraggio che solo i bambini riescono a incarnare con la loro genuinità. È proprio questa autenticità, questa profondità, che riesce a superare le barriere del cuore di chi ascolta e che li trafigge o li accarezza, dando vita a un'esperienza unica, ecco perché la pubblicità pesca ha sollevato le emozioni di tanti.
Le madri separate, esauste nel loro percorso, hanno visto riflessi sul volto della protagonista femminile di questo spot i loro stessi volti, insieme alle loro delusioni e alla rabbia che le accompagna. I padri, privati dei loro diritti, hanno visto nel padre costretto ad aspettare sotto casa le loro stesse amarezze, le attese e le tristezze. E in Emma, la piccola protagonista dello spot, abbiamo visto tutti i volti dei nostri figli, le loro domande senza risposta, le loro paure che desidereremmo tanto dissipare con un abbraccio amorevole e i nostri abbracci che d’un tratto temiamo che non bastino più.
La verità è che, nella maggior parte dei casi, la separazione non rappresenta una passeggiata felice
ed equa per nessuno. La separazione ci rivela di essere estranei ma non solo al partner, anche e soprattutto a noi stessi. Essa svela, come un crudele specchio, i non detti, risveglia i sensi di colpa e le insicurezze, e mette in luce in maniera cruda le mancanze di coloro che vi sono coinvolti, le fragilità ed anche e non ultime le oscurità, oltre e di là dalla coppia. I lupi si ricordano di essere lupi, i leoni talvolta si trasformano in gatti, per poi ritornare se lo sono, comunque e sempre leoni. Niente come la separazione svela chi hai sposato davvero. La separazione è un colpo al cuore quando nell’altro scopri che non vi è più lo sguardo complice dell’amato ma spesso lo sguardo freddo di un estraneo. La relazione rivela spesso un senso di fallimento, un desiderio di fuga, una destabilizzante perdita di identità, i ricatti, la paura di ricominciare e milioni di emozioni che si susseguono implacabili e senza tregua.
Nella pubblicità pesca, personalmente ho visto sollevare forti indignazioni, ma anche la mancanza di capacità concreta di introspezione da parte di troppi, di riflessione su come ognuno di noi possa migliorare se stesso e trovare così il coraggio di raccogliere i frammenti dei nostri sé spezzati ancora capaci di ferirci e di continuare a ferire. Questa pubblicità in verità è una chiamata alla vita, a fronteggiare se stessi, all’obbligo di intervenire sensibilizzando una società che, piuttosto che guarire e migliorare se stessa, si limita a giudicare. Nessuno è diverso dalla madre o dal padre che vede riflesso nella pubblicità e non perché Esselunga abbia scagliato una freccia avvelenata, ma perché ciascuno di noi deve trovare la forza e il coraggio di confrontarsi con se stesso ogni giorno, non soltanto per amore dei propri figli, ma anche e soprattutto per amore di ciò che spesso ignoriamo di noi stessi. È così che d’un tratto la separazione sa fare spazio non più a uno ma a tanti interi, dove tutti possono risvegliarsi a se stessi, smettere di essere uno e ricordarsi di essere unici.
Nel mio amato Giappone, la pesca è simbolo della primavera e dell'inizio dei nuovi cicli. Quindi, mi auguro e vi auguro di condividere più "pesche" con tutti, perché siano così, tanti numerosi e positivi i nuovi inizi e soprattutto con cuori più pazienti,un pó meno arrabbiati e sicuramente più felici.
Grazie Esselunga.
tizianacerra.com
(Credit foto Esselunga s.p.a)