Il tempo non è come lo abbiamo sempre creduto; è un respiro in apnea, un luogo sospeso e operoso dove tutto fluisce e accade. È il ritorno senza fine, un luogo dove l'imperfetto e l'effimero si fanno speciali e destinici: le crepe del cuore, il silenzio della lontananza, la paura nella turbolenza, il freddo dell'inverno, il graffio di un conflitto. Il tempo non ha né inizio né fine, solo continuità. Non porta con sé né urgenza né tranquillità, non chiede sacrificio o fatica , solo il suo perfetto quanto facile scorrere. Per quanto possa sembrare strano, esiste un sentire nel tempo che si risveglia solo assopendosi, smettendo di adoperarsi, quando diviene sentire e ascoltarsi, lasciando fuori per un istante ciò che fa rumore e distrae, per poi abbracciarlo di nuovo ma più forte.
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(Foto Iván Díaz, unsplash)