OGNI TUA DEBOLEZZA È MIA DEBOLEZZA, OGNI TUO PROBLEMA È MIO PROBLEMA, OGNI PERSONA CHE INCONTRO E AIUTO PER STRADA È L’INCONTRO CON QUEL ME CHE DA SEMPRE ASPETTO CHE DA SEMPRE CHIEDE DI ESSER AMATO E GUARITO.
OGNI TUA DEBOLEZZA È MIA DEBOLEZZA, OGNI TUO PROBLEMA È MIO PROBLEMA, OGNI PERSONA CHE INCONTRO E AIUTO PER STRADA È L’INCONTRO CON QUEL ME CHE DA SEMPRE ASPETTO CHE DA SEMPRE CHIEDE DI ESSER AMATO E GUARITO.
La verità è che viviamo tutta la vita alla ricerca dell’amore. Ci alziamo al mattino e ci addormentiamo alla notte mentre nel mezzo tutto ciò che facciamo è chiedere amore, è richiedere attenzione.
Ma quanto è profondo l’oblio del non amore che abbiamo nel cuore? Quanto è profondo il buio dell’amore che crediamo di non poter meritare?
Da dove arriviamo davvero e dove siamo diretti?
Quanto consapevoli siamo della carenza d’amore che per tutta una vita ha segnato il nostro agire e le nostre scelte?
La scelta di un partner è spesso riscatto sociale ed emotivo, soprattutto per chi non ha avuto, soprattutto per chi “non è stato”, soprattutto per “chi vuole dimostrare di avercela fatta”.
È mostrare al mondo quanto finalmente si è saputo raggiungere, quanto finalmente si è saputo fare, quanto davvero si è potuto “essere”.
Finiamo per suggellare unioni che compensano le nostre mancanze, che mettono a tacere le nostre insicurezze, che ci danno la possibilità di dimostrare a noi stessi e a chi è a noi “vicino”, “quanto abbiamo saputo meritare, quanto ha saputo esser grande il nostro riscattarci”.
Ma non è questo l’amore, questa è ancora la ricerca di una certezza esterna a noi che non sappiamo trovare nel nostro cuore.
È dentro l’amore, è guarigione dell’esistere l’amore.
Chi non è stato amato spesso ama e rifugge gli ultimi, suo doloroso specchio di confronto. In loro si vede riflesso , nel loro esser rifiutati rivive l’antico dolore, nel loro esser non amati l’eco sordo di chi non conta e non vale, nel loro arrancare rivive i propri dolorosi albori.
Si trincera consolandosi dietro una falsa immagine di sè che forse nel tempo è riuscito a falsare e a tal punto, tanto da renderla credibile e osannata da chi sa crederlo diverso, da chi sa amarlo in quella falsa immagine di sè, in quell’immagine che ha saputo costruirsi per riscattarsi, per diventare e “vincere”.
In quella fama, in quell’onda di consensi che lo allontanano da chi in realtà profondamente sente di essere, trova ristoro e balsamo per sapere vivere per riuscire a esistere e senza troppo doloroso sentire.
Nel silenzio e nella solitudine il dolore, in mezzo alla gente il clamore. “Amo e aiuto gli ultimi ma prendendone le distanze, non amando “un ultimo”, sostenendolo ma non mischiandomi con lui, dimostrando a me stesso che non sono più quello, seppur in segreto per gli ultimi sento di esser disposto a combattere ma non a riperdermi”.
È così spendiamo inconsapevoli intere vite.
I meandri dell’esistere sono veri e propri labirinti percorsi da semplici esseri umani che finiscono per l’accontentarsi di non amare, piuttosto che di amare davvero.
Il riscatto dal mondo e da ciò che abbiamo vissuto e subìto, è spesso più importante dello scegliere l’amore.
Ma non c’è colpa in questo, solo un dolore che chiede di esser guarito e lo chiede ogni volta che ci accorgiamo di aver scelto l’ennesimo partner “sbagliato”.
È scoprire un giorno che sono gli ultimi che profondamente ami, gli ultimi ai quali non solo ti senti profondamente vicino ma che sanno essere te, come nessuno mai.
Nessuna separazione tra te e loro, nessun desiderio di alzare muri per proteggerti dagli antichi dolori, quando il dolore diventa occasione e amore per chi si è e per ciò che profondamente muove il nostro cuore.
L’amore indiscusso per gli ultimi è “casa”, la nostra, quella di sempre, è profonda accettazione che si risveglia a profonda compassione, a noi.
L’amore per gli ultimi vissuto alla luce del sole è non più doversi nascondere, non più doversi camuffare, sentire profondamente il valore di chi sono e di quanto valgo, nelle mie debolezze, come nelle mie fragilità, non nonostante i miei limiti ma proprio grazie a quegli stessi limiti.
Amare gli ultimi è finalmente amare se stessi e amarsi così tanto , tanto da andare a suggellare quella ferita di non amore che per tutta una vita abbiamo cercato di riscattare, amandoci e amando a prescindere.
È : “ora che so amarmi come sono, posso amare chiunque, ora che sento che nel cuore della mia esistenza il dolore del non amore mi ha frenato da esso, decido di farmi guidare. Ora che mi fido di me, posso fidarmi di chiunque anche di chi non è ancora riuscito a riscattarsi con la vita, anche di chi non è perfetto. Perché non è il riscatto la via per la felicità ma il profondo amore per chi siamo e per lo specchio di noi, riflesso in quelle persone che tanto ci spingono verso un antico dolore, tanto ci portano ad amarci e a saper guarire e a saper amare.”
Ama chi sei. Ama chi ami e soprattutto ama chi non viene amato, perché in quel non amato si potrebbe nascondere la vera libertà del tuo cuore, il tuo vero e profondo essere e saper esistere, quel tuo cuore rapito un giorno dall’idea che più ci si allontana da sè e dal proprio dolore e più si può esser felici.
Attraversa quel dolore e amalo. Ama chi sei e da dove provieni, la madre e il padre che ti hanno nutrito che non hanno saputo a volte o non hanno potuto altre volte, ama l’amore che non hai avuto e quello che non hai saputo dare.
Amati.
Ama chi non viene amato e saprai amare te stesso e di conseguenza il mondo intero.
Ciò che rigetti perché ti crea dolore riportalo in te e sarà volo, liberazione e amore che sa dove andare e dove sapersi ritrovare.
Perché la verità è che siamo tutti “ultimi” e mai “abbastanza amati”, per questo per ognuno di noi occuparsi del prossimo è la via maestra, per questo per ognuno di noi, occuparsi degli ultimi non è eco di dolore ma portale verso se stessi e di profonda guarigione.
Tiziana Cerra Love Trainer
MASTER COUNSELOR - FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI - Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE (Consulente non medico)