Non essere riconosciuti dal proprio partner porta alla ricerca di maggiori momenti personali, in autonomia o altrove, per ritornare a riconoscersi a propria volta. L’altro partner in risposta rischierà di attivare a sua volta, rincorsa e ricerca di continue spiegazioni. Diverrà così combustione e circolo vizioso, che prima o poi qualcuno dovrà spezzare, altrimenti sarà un continuo rincorrersi, un costante necessario sfuggirsi per ritrovarsi, per continuare ad “esserci”, ad appartenersi. Essere chi siamo. Riconoscere “chi non viene visto”. Appartenersi. Appartenere a se stessi e non al partner.
Tiziana Cerra
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