Molto può essere comunicato attraverso il silenzio, attraverso l’assenza. Il silenzio e l’assenza sono spazi operosi all’interno dei quali tutto sa esser raggiunto,luoghi generosi di riflessione e respiro nei quali nulla va spinto, nessuno va rincorso, laddove il tempo non esiste e tutto sa fare il suo corso. Spazi per apprendere a lasciare andare, per affidarsi al flusso delle cose, al cambiare. Il silenzio e l’assenza regalano sempre il rispetto per il momento o l’attimo presente, la capacità di stare ad osservare senza dover per forza intervenire, senza dover subito agire, evitando di sgomitare, di fare rumore, di banalizzare. Le parole sono sopravvalutate e troppo usate. La presenza è troppo esibita. L’eloquio spesso graffia, ferisce, la presenza è spesso inopportuna, le parole non sempre arrivano, la presenza stanca, l’assenza risveglia, il silenzio come l’assenza sono sempre gentili anche quando fanno male e quando appresi, compresi e amati sanno esser sempre liberatori e riparatori di istanti, di relazioni che mostrano sensibilità, di “momenti altamente fragili”, bui, che chiedono solo di esser prima riportati in luce.
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(Foto Hyory Liu, unsplash)