La diversità come valore, la difficoltà come “ricerca interiore”. Tiziana
Il 15 Maggio del 1886 moriva ad Amherst, nel Massachussets, la figlia di un noto avvocato locale. Una strana donna, sempre di bianco vestita, che usciva poco di casa e che pare trascorresse le sue giornate tra ricami, marmellate e la cura del giardino. Si dice fosse epilettica e che per questo avesse preferito non sposarsi. Non sembra si fosse data troppa pena nel cercare pretendenti. Non che fosse di aspetto sgradevole, anzi, ma forse troppo presa da se stessa e dai suoi pensieri. Chissà, la sua vita interiore, così ricca, unita ai disturbi di salute di cui soffriva, le resero una quieta solitudine preferibile al destino di moglie e madre. Non si mosse molto da casa: pochi viaggi nei dintorni, solo per andare a trovare dei parenti. Col trascorrere del tempo, si ritirò al piano superiore della casa paterna, non uscendo nemmeno per il funerale dei genitori. Divenne “ la signora vestita di bianco”, strambo personaggio locale, metà fata e metà strega. Morì a cinquantasei anni, probabilmente a causa di una nefrite. Ma qui la sorpresa: la sorella ritrovò, nella sua stanza, centinaia di foglietti cuciti insieme con ago e filo, strane poesie, versi spezzati, che non rispettavano nessuna metrica. Belle, però. La famiglia decise di provare a pubblicarle. Magari a qualcuno potevano piacere. Piacquero a molti, a tutt’oggi sono continuamente ristampate. Il nome della strana signora? Non ve l’ho detto?! Si chiamava Emily Dickinson.
n. 260
Io sono Nessuno – e tu chi sei?
Sei Nessuno anche tu?
Allora siamo in due – non dirlo,
Potrebbero spargere la voce!
Com’è pesante essere Qualcuno!
Così volgare – come una rana
che gracida il tuo nome tutto Giugno
a un pantano in estasi di lei!
(Traduzione di Silvio Raffo)