Quando l’abitudine porta all’essere attratti continuamente da chi è in situazione di difficoltà, trasformare è inizialmente stare, bere da quel bicchiere una volta che è colmo, tutto il veleno che ci spetta, per sapere svoltare e da lì pazientemente trovare in noi, il perché per virare. Piegarsi sul suo soffrire, è sentirci inermi in realtà, nell’affrontare il nostro. È allontanarci da quel luogo di noi dove tutto andrebbe fatto. Dove risiedono tutti i perché e tutte le risposte. Conosciamo bene quel soccorrere che continuiamo a riproporre ai nostri partner, è lo stesso che vorremmo vedere ricambiato, che vorremmo per noi, quello che però non arriva, non arriva mai. Quello che non ci viene donato neanche quando ci dissanguiamo dando tutto, soprattutto quando ci dissanguiamo dando tutto. Ecco perché per smettere di soccorrere gli altri, occorre immergersi dentro di noi, in quella parte di noi che potrà auto guarirsi, solo quando comprenderà che non è aspettarsi qualcosa da altri, è amarsi, è credersi, è accompagnarsi, ovunque. Non è essere compresi, è bastarsi e stimarsi. In quell’equilibrio nuovo di noi, ecco che allora poi tutto può accadere, anche che l’altro faccia emergere un lato di sé, che egli stesso, per primo , non credeva di possedere.
Tiziana Cerra
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