SE SAPREMO RIMANERE ALLORA SARA STATO SCEGLIERSI E NON SEMPLICEMENTE INCONTRARSI
Rimanere corrisponde ad “essere in piedi dentro sé” e mai “all’essere accolti”.
É in questi casi che l’ego sa diventare un nemico che non consente di sentire, che non consente di ascoltare, né tantomeno di ascoltarsi e di essere, figuriamoci di rimanere.
Saper rimanere nonostante tutto è essere.
Saper rimanere nonostante tutto “è scegliersi” e non solamente “incontrarsi”.
È costruire una roccaforte indistruttibile di quel sé e di quel “noi” che, altrimenti, non sarà mai e non sarà stato mai.
La realtà è che o ascolti chi hai di fronte o ascolti il tuo ego,
non è mai possibile fare entrambe le cose.
Rimanere nell’ego vuol dire ascoltare l’altro e aspettarsi qualcosa,ascoltare vuol dire accogliere l’altro e saper rimanere qualsiasi cosa l’altro dica, perché non c’è aspettativa e perché c’è amore.
Ascoltare l’altro è la comprensione del tempo.
È sopravvivere al pianto, è resistere alla tristezza, è accettare l’incertezza, è accogliere l’altro nella sua pienezza.
È il più grande dei miracoli per noi prima che per l’altro.
È l’accettazione che avvicina, è la trasformazione dell’Ego che sa portarci verso l’altro e oltre noi, oltre ciò che l’altro dovrebbe essere per noi e verso ciò che l’altro è giusto che sia per sé.
È la collera che scompare lasciando spazio alla compassione, alla gioia di chi davvero l’altro è.
È intimità profonda, è fiducia profonda.
È assaggiarsi a poco a poco, è scoprire nell’altro il sapore del sale e quello dolce del cioccolato, è spostarsi disorientati ma per abituarsi ad un gusto apparentemente nuovo eppure non sconosciuto, è riequilibrarsi, è ricordarsi, è non allontanarsi.
È sopravvivere al dispiacere del volere di più trovando l’immenso in tutto quello che é, in tutto quello che c’è.
É vedere il Sole dove molti vedrebbero una semplice e indefinita luce.
È trovare l’infinito in un granello di sale già disciolto nell’infinito mare.
È comprendere cosa possiamo noi piuttosto che cosa possono gli altri.
É trovare la gioia di cantare nonostante tutto, è silenzio e pazienza, é infinita pazienza.
Non è silenzio di parola ma é silenzio dell’Ego.
È il cuore che non smette di parlare, di sentire, di battere i piedi irriverente e chiassoso per fare tacere l’Ego al tripudio della propria irruenza, del proprio accadere.
É il cuore che non sa tacersi e che come un vulcano in eruzione sa solo abbandonarsi alla propria forza, alla forza di ciò che dentro se ha sempre celato e tenuto sopito.
É imparare cosa c’è nell’altro e non perché sia di facile comprensione, non perché quel sentire ci appartenga e non perché l’altro ci appartenga.
È oltre noi che avviene il miracolo, è oltre noi che comincia l’universo.
É stare con l’altro in modo totale, alle condizioni dell’altro, totalmente alle condizioni dell’altro, sopravvivendo al dispiacere di quel che non si ha, di quel che l’altro non ci da, per aprirsi totalmente all’incontro di ciò che l’altro può, di ciò che l’altro sa, di ciò che l’altro è.
Questo é l’unico e il solo modo di scoprirsi davvero, di esser sinceri davvero. Assecondarsi non è sincerità, è adattarsi e l’adattamento non è amore.
É stupirsi di ciò che dentro di noi sa spalancarsi nel profondo oltre il nostro interrompere l’altro.
Interrompendo l’altro continuiamo in realtà a interrompere noi, a interrompere quella parte di noi che grazie all’altro trova finalmente occasione di emergere.
È spogliarsi di ogni idea che costruiamo dell’altro per lasciare spazio alla scoperta di chi l’altro sia davvero che ci da occasione di scoprire chi davvero siamo.
É scoprire che il cuore degli altri come il nostro,ha mura incredibilmente alte che impediscono all’amore di entrare ma terribilmente basse da non impedirgli di uscire e scappare in ogni istante, in ogni singolo istante.
É scoprire arrivati ad un certo punto che l’amore non era punto di arrivo e non era neppure la risposta, perché l’amore era il viaggio ed era la domanda.
L’amore è la domanda alla quale tutto il resto farà seguito. Saprai restare? O rifuggirai o scapperai all’accadere dell’altro e al conseguente accadere di te, in profondità.
È immensamente complicato entrare nell’amore al pari di quanto sia immensamente facile uscirne.
Al pari é davvero complicato entrare nel cuore di un essere umano mentre è infinitamente facile dimenticare l’essere umano, essere accecati dall’ego e voler seppur dopo tanta fatica, abbandonare e scappare, uscendo da dove un giorno sì é voluto e si è saputo entrare.
Non è detto che ciò che ci piace sia il meglio dell’altro per noi, spesso il meglio dell’altro per noi, ciò che saprà spingerci ad accadere e ad essere, spesso ció che saprà compiere il miracolo di noi è ciò che provocherà in noi dispiacere, opposizione, interruzione, fastidio, contrapposizione, risentimento, rabbia, collera, dolore, tristezza, paura.
Perché sopravvivendo a tutto questo, tutto questo lo attraverseremo, senza interrompere e senza ribellarci per divenire consapevoli, imparando a lasciare andare sempre un po’ di più, sempre un po’ di più.
È così che si impara a lasciare andare tutto ciò che non ci serve, insieme a quel noi che continua ad influenzarci la vita senza però condurci laddove davvero abbiamo possibilità di andare.
É scoprire che ciò che ci allontana dall’amore non è mai nel comportamento di chi abbiamo di fronte ma nella sopravvivenza all’altrui identità, nella decodifica e nell’elaborazione di ciò che grazie all’altro, grazie all’identità dell’altro sa accadere in noi.
La realtà è che sopravvivendo all’altro stiamo sopravvivendo a noi, attraversando la nostra oscurità per divenire luce noi.
È: “non sono pronta ancora, per questo prova a non rendermi tutto facile assecondandomi, prova semplicemente ad essere te. Prova a mettere distanza tra noi, ad alzare mura tra noi. Solo così saprò comprendere se sei tu, solo così saprò sentire se vorrò restare, solo così saprò ricordare chi sono io e chi sei tu. Se saprò resistere al desiderio di non fuggire per rimanere, se saprò non accondiscendere al desiderio di cambiarti pur di farti accadere, se saprò ricordare la strada che da te mi separa, che a te mi conduce, se saprò credere che siamo sempre rimasti ad attenderci vita dopo vita e che era solo questione di tempo, che smarrendoci avremo saputo ritornare e che la strada del non dubbio sarebbe stata l’unica via a ricondurci a casa, allora tua ero io e mio da sempre dall’infinito tempo, davvero tu eri .”
Tiziana Cerra - Love Trainer
MASTER COUNSELOR - FORMATORE IN DINAMICHE RELAZIONALI - Specializzato in CAMBIAMENTO STRATEGICO nelle SEPARAZIONI e nelle DIPENDENZE AFFETTIVE - (Consulente non medico)