A me i miracoli li ha insegnati mia madre.
Lo faceva quando ero bambina e lo fa ancora oggi.
Quando mi chiede di fare silenzio e socchiudere gli occhi in spiaggia perché il mare sussurra e il vento porta notizie da lontano.
Quando come una bambina mi ricorda il miracolo del nostro stare in spiaggia insieme al tramonto, con mia figlia che ride mentre giochiamo a “uno”.
È un gigante mia madre, una di quelle donne con le braccia che abbracciano e il cuore che sa sporgersi ancora.
Oggi mi guardava in riva al mare e in silenzio mi parlava come solo lei sa dire, ascoltando le onde.
Mi raccontava di noi, di tutte le cose che non abbiamo fatto e di tutte quelle che dobbiamo ancora fare, senza accennarmi alla perdita o alla mancanza ma raccontandomi dell’abbondanza e del tempo che matura, si fa saggio e pronto.
Mi ha anche sussurrato tutto ciò che forse non ci siamo mai dette , non dicendomelo, perché niente di ciò che vale davvero la pena sapere gli uni degli altri, può essere detto.
Mi guardava oggi mia madre, come solo lei sa guardare e mi diceva della donna che sono diventata e di quella che vede nel mio camminare di ogni giorno, verso l’audacia di chi si rialza, di chi si rialza a volte lentamente, ma si rialza sempre.
Mi diceva: “vai”, mia madre e “abbi fiducia ovunque”.
E lei che mi ha insegnato il miracolo dei miracoli e che i miracoli esistono e accadono ogni volta che sai guardare con il cuore, ogni volta che sai guardare con amore, mentre fai un passo indietro e posi ogni orpello, mentre assapori la semplicità. Ogni volta che decidi di avanzare dove tanti arretrerebbero. Ogni volta che decidi di credere dove i santi tradirebbero.
Mia madre.
Lei che compra uno scorfano in pescheria ma lo scorfano ”era ancora vivo e la guardava chiedendole di lasciarlo tornare in mare”. Lei che correndo a perdifiato sulla banchina, lo ributta salutandolo in mare.
Lei i suoi libri, i sapori semplici di casa, il suo ridere e parlare con tutti nel breve tratto che fa ogni giorno mentre cammina sul mondo, abbracciando la gente tutta.
Mentre mi sorride e mi dice: “guarda dove sei adesso” e me lo dice tacendo e me lo dice non aspettando che io risponda. Le basta vedermi commuovermi, per sapere.
Mia madre, lei che da sempre sa.
Mia madre, che mi ha cresciuta raccontandomi che per vivere bisogna: “essere coraggiosi e seguire i segni”.
Lei che oggi nonostante il caldo mi è venuta incontro a metà strada in treno, perché l’amore ha mille forme ma un solo modo di dirsi, quello dell’andarsi incontro e non per abbracciarsi e stringersi ma per liberarsi sussurrandosi: “io ci sono, io ci sono sempre, anche quando non mi vedi. Su me tu puoi contare sempre!”.
Così come fa lei. Lei che me lo dice semplicemente credendomi, spesso neanche guardandomi e molto molto molto spesso, come oggi, tacendosi.
Perché è così, solo quando sai tacerti e spostarti sai amare e gli altri sono in grado di ascoltarsi e chi ami è in grado di seguirsi. Fosse anche in capo al mondo o molto molto lontano da te ma mai abbastanza lontano da non fargli desiderare di guardare al cielo per pensarti e per sentirsi avvolgere d’amore e dalla carezza forte e ineffabile persino del Dio del vento.
Tiziana Cerra
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