A MIA MADRE
Ora so chi sono. Sono l’odore dolce dopo la pioggia appena caduta,ovunque ma anche il vento forte in faccia sul quel motorino a Rodi in Grecia. Sono la gente tutta intorno a Tenerife, a Simi come a Lanzarote durante ogni escursione e la gente smarrita in quell’ambulatorio piccolo piccolo. Sono i palchi ovunque da dove con quel microfono tra le mani per tanto tempo mi è sembrato di aver trovato il modo di dominarlo quel mondo che allora mi faceva così tanta paura e sono i tanti volti noti che ho sfiorato. Sono Ixia Bay, Puerto De La Cruz, Saint Vincent e Torino e sono la sua provincia e poi il suo centro di nuovo e il mondo tutto e sono il mio amato e gentile Giappone del cuore. Sono la semplice ragazza di paese e finalmente la donna di città e sono le mille e diverse donne che incontro e amo. Sono i miei mille volti, i miei, nei quali sembravo non trovare però pace e che ora in me per mano convivono e corrono, ora che sono soprattutto il mio “grande perché”. Sono te mamma e sono soprattutto me. Tu sapevi e comunque mi incoraggiavi. Tu sapevi di quanto immenso fosse quel mondo fuori, tu sapevi quando d’un tratto l’ho chiuso, serrato via da me, fuori, sedendomi, chiudendomi e spostandomi , perché il mondo intero intorno, mi sembrava davvero un po’ troppo grande allora e se lo guardavo dritto negli occhi sapevo che avrei dovuto affrontarlo affrontandomi. Sono le valigie posate in terra quel mattino alla cabina telefonica di Playa de Las Americas al mio primo incarico di donna quando volevo tornare da te e tu rassicurandomi mi dicevi che li dovevo stare. Sono il coraggio che con il tuo esempio in me hai inciso. Sono l’ordine dei mille ricordi di stamattina davvero molto sparso e confuso, come la me di allora e che oggi consciamente decido di non ordinare, perché è in quell’ordine così sparso e così bizzarro , passo dopo passo , che oggi sono finalmente chi ieri non avevo il coraggio di essere. Me, sono me mamma. Sono le campane che qui in questo istante mentre ti scrivo danno gli ultimi rintocchi quasi a ricordarmi un tempo ormai passato ma per mano al migliore dei tempi presenti e sono le lacrime che ora forse mentre sei a portare i fiori ai nonni ti scendono leggendomi e non ti fanno avere la forza di rispondermi. Sono tutto ciò che è stato e che ho scelto per essere me in questa vita sapendo che scegliendo te avrei avuto il migliore dei custodi. Sono i graffi e le paure, i dolori e le incertezze ma sono soprattutto il coraggio, le mie risorse e la mia direzione, sono la mia direzione del cuore mamma. Ho immense fortune in questa vita e amori così grandi da non “farmi” più paura e da non potermi più consentire l’incapacità di un cuore piccolo piccolo e la paura del non saper andare. Il senso del vivere era in quel che mi hai sempre insegnato tu quando mi insegnavi a mettere un passo dopo l’altro e a rialzarmi cadendo. Quando mi ascoltavi ripetere ogni lezione prima di ogni esame e non per ultimo circa tre anni fa quando non ci hai messo il tempo di un secondo a dirmi di credere al mio sentire tanto da saper di nuovo ripartire, tanto da accenderla quella luce, perché se era vero che nulla era da buttare in ciò che fino ad allora era stato, era altrettanto vero che tutto era da cogliere in quello che il mio attraversare mi aveva finalmente portato. Mi guardavi davanti a quel caffè e per me e per la mia vita di nuovo sorridevi. Grazie, grazie di essere mia madre e grazie di amarmi da donna e non solo e semplicemente da figlia. Felice compleanno a modo mio mamma. Tiziana 💖✨