UN GIORNO SPECIALE DI UNA ME ASSOLUTAMENTE NORMALE
Sapevo sin da bambina di essere giunta da chissà dove e che la mia vita non cominciava rinascendo. Lo sapevo, come sapevo di avere un amore dall’eterno tempo da qualche parte che aveva anche lui messo e mosso i piedi su questa umana Terra per cercarmi. Ho riempito decine di diari che ancora conservo, scrivendo di lui. Ho sempre saputo che mi sentiva, che mi percepiva e che di me sapeva come io di lui. E sapevo, sapevo che, ovunque lui fosse era da annoverare tra i miei tesori più preziosi, quelli eterni e per le vite, quelli che non riempiono il forziere ma che si fanno sentire forti nel cuore sempre, da sempre. Un tesoro così prezioso che trovava il modo di abbracciarmi dall’ovunque, di sollevarmi quando da terra faticavo ad alzarmi, di asciugarmi lacrime, sudore, sangue fino a che non ritornassi a lottare, anno dopo anno. Come ve lo spiego un amore così? Non si può scrivere di un amore così, non si può dire un amore così e non si può spiegare. Non si è mai abbastanza bravi per scrivere di ciò che si può solo sentire. Ecco perché dell’amore ho fatto la mia ragion d’essere, il mio ikigai, perché sentivo di dover trovare il modo di specchiarlo nel mondo tutto questo sentire, tutto questo “aver certezza che fosse”. Sapevo solo che sapevo e che ogni volta che guardavo il cielo mi tremava il cuore, era come se pronunciassi il suo nome ma come facevo a sapere quale fosse il suo nome in questa vita? Eppure io sentivo di saperlo chiamare affinché si voltasse e perché qualsiasi cosa stesse accadendo a lui, lui potesse sentirmi accanto e a sua volta non arrendersi al dolore e alla fatica e alla solitudine, così assordante, in cui versano tutti, in questo umano mondo. “Cercami, continua a cercarmi e sii forte, io continuo ad esserci e tu, tu sei forte, si tu lo sei...”. Era come se nulla esistesse oltre noi. Nessuna separazione, nessuna distanza, né tempo, né spazio, né dolore, né paura. Nè lui, né io ma un noi più grande. Ma la mia non era speranza, la mia non era visione, la mia era la più certa delle certezze. Lo era da sempre e riaffiorava al cuore in ogni momento di buio, come di gioia , quasi come se fosse già lì a me per mano, quasi come se mi tenesse la mano da sempre. A stringermi forte per impedirmi di arrendermi, a chiedermi di non guardare con gli occhi della paura ma solo con quelli del credere, per continuare a saper avanzare. Come ve lo racconto un amore così? È incredibile quel che siamo e non sappiamo. Diamo così tanta importanza all’odio e al dolore, mentre siamo esseri speciali e di immensa luce e così pieni di amore, che camminano solamente per risvegliarsi e per aiutare gli altri, per credersi e per riabbracciarsi. Accade così che milioni di abbracci guardando il cielo da bambina divengano poi un giorno abbracci stretti stretti e sotto lo stesso di cielo, da donna. Accade così come oggi che tre ragazzine al supermercato mi fermino e mi dicano emozionate che non si sono mai osate avvicinarsi ma che mi hanno riconosciuta e che mi leggono quotidianamente ma chi si emoziona dei loro occhi che brillano sono io. Io, una donna normale, con due litri di latte in una mano e il merluzzo che si scongela nell’altra, io una qualunque, una rattoppata in ogni e mille modi a foglie d’oro o talvolta di fango. Una che ha solo avuto il coraggio e la forza di credersi. Io una che si sente dire che con me sognano di nuovo, io una che si commuove quando mi dicono che tra loro si passano gli screenshot dei miei post, io una che sorride incredula. Loro, tre giovani donne meravigliose, che tra le righe di ciò che scrivo si chiedono se loro lo incontreranno mai un “lui” come il mio. Io, una semplice e stranormale, sempre io, quella di cui sopra, quella che può solo ispirare al fatto che tutti ce la possano fare, quella che loro etichettano come “donna incredibile” per quello che trasmetto loro e che di lui scrivo e dico. Io sempre io, quella assurdamente semplice e normale giuro, quella che l’unica cosa che ha saputo rispondere di getto loro è stata: “... dovreste allora conoscere lui...!”
~ Tiziana Cerra Love Trainer