Ti ha lasciato? Magari con un sms? Non ti visualizza né ti risponde più? Non ti cerca più e tu pretendi spiegazioni? Allora questo post è per te.
Quante volte con il concludersi di una relazione e con la fuga dell'amato vi siete ritrovate a pretendere spiegazioni, senza voler accettare il fatto che "Il silenzio è sempre un messaggio"? Si proprio così . Ed è un messaggio chiaro, forte ed incisivo, più forte di mille parole.
Nonostante il silenzio sia in assoluto il messaggio più esaustivo , noi donne ci ostiniamo ancor più spesso degli uomini a "pretendere spiegazioni".
Invece nulla è più chiaro del silenzio di chi "sparisce". Il silenzio non accetta discussione ulteriore, sentenzia ed è inopinabile. Il silenzio di chi "ti lascia" con un sms o di chi non ti risponde più, di chi non ti visualizza e di chi non ti cerca. Il silenzio di chi sceglie il silenzio. Il silenzio non ha più nulla di cui discutere. Il silenzio dice sempre o sì o no, non ha vie di mezzo, non è tollerante, non accetta ulteriori approfondimenti. Il silenzio sentenzia. Che vi piaccia o no il silenzio è. Il silenzio è la risposta.
Erroneamente noi occidentali, ci ostiniamo a voler riempire il silenzio di qualsiasi cosa, pur di non farlo parlare , pur di non doverlo ascoltare. Ci ribelliamo al silenzio a tal punto da non volerlo comprendere, considerandolo al pari di un insulto, di una "mancanza di rispetto". Non vi pare strano tutto questo ? Pensateci bene. Consideriamo "mancanza di rispetto" il silenzio e la fuga di qualcuno, eppure non sappiamo cogliere la mancanza di rispetto nelle nostre pretese, nella pretesa di volere udienza ad ogni costo, nella pretesa di voler parlare con chi non ci vuole parlare, senza se e senza ma, nella pretesa di voler vedere senza possibilità di discussione alcuna, chi invece, sta scegliendo di non vederci.
Se valuterete questo punto di vista, se vi fermerete su questo a riflettere, allora capirete che in realtà quel silenzio è lì per voi, "per voi" e non "contro di voi", quel silenzio sta sollevando infatti un vecchio dolore, il vostro, ecco perché avete bisogno di farlo tacere ad ogni costo . Poco c'entra con il vostro dolore "il fuggitivo", la quale responsabilità è solo quella di averlo fatto riemergere, quel vecchio dolore. Quello che probabilmente percepite come un abbandono, è un dolore che già conoscete e che brucia dentro e lascia la vostra carne scoperta al vento.
Ecco che ci sono quindi due possibilità. Potete decidere di affrontarlo questo dolore, vedendolo e "facendolo amico" , una volta per tutte oppure potete continuare a raccontarvi che la responsabilità di quel dolore sia all'esterno di voi e che voi non avete nulla da risolvere, perché è chi si è dileguato che di certo ha qualche strano problema.
Se vi fermate a riflettere capirete invece che il silenzio, è un dono, un dono per entrambi, che voi siate il fuggitivo oppure "l'abbandonato."
Un dono per crescere, rafforzarsi, comprendersi, ascoltarsi e guarirsi, per farlo con se stessi, prima che con gli altri.
È in noi il nostro vero rifugio, mai nell'altro, è con noi che dobbiamo incontrarci e discutere ed è in noi l'energia che ci occorre per affrontare il tutto, il silenzio addomestica gli animi e avvicina i cuori a meno che non venga travisato come sopra descritto. Potrete trovarvi diversi o uguali con il passare del tempo, ma se ascolterete il silenzio, se lo amerete,se vi farete guidare dal silenzio allora vi ritroverete ancora più vicini quando la tempesta sarà finita, anche se non si trattasse più di amore. Nel silenzio ci si trova e ci si incontra sempre.
Il silenzio non va mai giudicato, soltanto rispettato. Quando riusciamo a rispettare l'altrui silenzio, troviamo anche lo spazio per incontrare noi stessi e per comprenderci più profondamente .
Avete mai pensato che il silenzio possa essere discernimento , riconoscimento profondo, necessità di ascoltarsi in solitudine o semplicemente di ritrovarsi lontano dall'altro, il silenzio può essere anche sviluppare, proteggere, aspettare, fare proprio il tempo, il momento presente e dare a quel che desideriamo un senso, il nostro senso.
Arrabbiarsi con chi ci allontana o si allontana, equivale a non comprendere che in quella scelta si concentra magari un passaggio importante di vita dell'altro, vuol dire portare le nostre energie all'esterno e non rispettare né noi , né chi fugge.
Chi fugge , fugge sempre per un motivo, il suo motivo, può essere più o meno comprensibile al nostro cuore , ma è lecito esprimersi come si può e come si riesce.
È la sua leggenda personale passare attraverso il fuggire da voi, la vostra leggenda personale invece è affrontare al meglio "l'abbandono" e rinascere da questo. Migliori ma mai col cuore più chiuso.
Poco importa che chi si allontani lo faccia per un momento o per sempre, questo riguarda chi fugge e non chi rimane. Se tornerà sarà meraviglioso se entrambi avrete camminato per arrivare fino lì, se non tornerà e perché entrambi fino lì non sarete tornati.
Fate sentire la vostra mancanza. Ci si può mancare solo nell'assenza e nel frattempo coltivate voi stessi e preparatevi al ritorno del fuggitivo o di qualcun altro.
Insomma quello che vorrei trasmettervi è che il momento nel quale ci ritroviamo soli è un momento fondamentale ed importantissimo. Non sprecatelo con rabbia e rancore, se non lo sprecherete diventerà vostro alleato e avrete fortificato in voi l'amore.
Approfondite in questo tempo voi stessi e l'amore che credete di provare per chi rifugge, utilizzate questo spazio per attingere al vostro cuore ed a chi veramente nel vostro cuore siete. Sono certa che potreste stupirvi e riscoprire così in questo tempo ed in questo spazio dove tutto tace, tranne che la vostra anima, un volto, un volto completamente nuovo, il vostro vero volto.
Tiziana Cerra