Si mi ha chiamata.
Mi chiama ogni volta che ti perde nei meandri del tuo fuggire, del tuo nasconderti, delle tue porte chiuse.
Certo ci penso io a lei, come solo tu puoi fare, come ora tu non puoi fare.
Pensa a te ora.
Occupati di te, adesso.
Seguiti è importante.
Richiudi ogni falla e adesca ogni intemperanza perché sia acqua sempre più limpida e mai più di nuovo abitudine, stordimento, circostanza.
Ho io bisogno di silenzio ora. Ho io bisogno di ascoltarci nell’intensità di questo nostro accadere adesso.
È buffo penso.
Attraverso me sta imparando chi sei e non è sua la fortuna ma mia la promessa e mio l’onore.
Hai mai saputo tu di un legame che trascenda il tempo, che cavalca i mondi e che non chiede nulla se non di respirare e vivere, servire? Che sa far pace con gli incantesimi di alchimisti e stregoni e con l’incedere dello stesso tempo?
Non è meravigliosa la vita?
Ti svegli un giorno e ti trovi con qualcuno che è disposto a combattere con te per aiutarti a rimettere insieme tutti quei cocci che credevi ormai irrimediabilmente dispersi in frantumi.
Qualcuno che non ti chiede nulla in cambio.
Questo tu fai per me.
Questo lo so, io sono per te.
Ed eccomi, non più inchiostro sparso che non racconta nulla ma la raccolta epistolare della mia stessa vita e della tua, delle nostre anime, legate insieme vita dopo vita.
Come racconti una favola che esce dai libri e che pretende di sovvertire le leggi egocentriche dell’umano vivere e dell’ancor più fragile e umano amare.
Non la racconti, non si può, si sciuperebbe.
Si banalizzerebbe.
Le ho detto tutto ciò che di te nessuno scorge e che forse anche tu di te hai dimenticato.
Le ho portato la mano sul cuore e le ho parlato delle battaglie che ti accompagno da secoli ad affrontare. Le ho raccontato che se ancora combatti così tanto è perché di guerre tu nei secoli ne hai attraversate tante.
Quello è ancora l’odore della tua pelle, quelli ancora i solchi delle tue ferite e i tormenti della tua anima.
Come spieghi a chi non sa che cos’è l’amore d’anime, il senso della non condizione, la non importanza del romantico amore.
Dove posso trovare le parole e il fiato per raccontare che quando ami e da sempre non riesci a vedere volti o mancanze ma solo a ricordare la sensazione del suo corpo che ti fluttua accanto, del tuo che come ombra, dal sole cocente e dalle forti piogge lo protegge. Delle vite attraversate insieme fianco a fianco.
Dell’odore pungente del tuo sangue che copioso mi scorre ancora tra le dita e il cuore e che ti ha strappato dalle mie carni e dal mio corpo per troppe, troppe vite davvero. Odore che non so scordare, dolore che non so allontanare.
Vedere è la fortuna dei visionari non di chi guarda. Sapere è la fortuna dei semplici e mai dei dotti. Ricordare non è il dono di chi ha memoria ma di chi attraversa gli inferi a mani nude e a piedi scalzi.
Questi da sempre io e te siamo.
Amare è la fortuna di pochi e mai di chi in superficie si illude.
L’intensità è il tempo che definisce il nostro di tempo, che non è uguale a quello di nessuno e non perché siamo eletti ma solo perché siamo dalla sofferenza risvegliati.
Sono le 5,57.
Le porte finestre sono chiuse io ancora a letto a pensarti, eppure il mare mi domanda il buongiorno con le sue onde leggere, con il suo suono incantato, ricordandomi il rumore che fanno i sogni anche quando si infrangono sugli scogli.
Una coppia innamorata passeggia scalza sul bagnasciuga. Lui con una mano porta le scarpe di lei e con l’altra le cinge le spalle. Quasi a volerla sollevare dal faticoso avanzare, quasi a volerla proteggere dal freddo di questa irriverente nuova alba.
Il sole piano piano fa capolino laggiù all’orizzonte e i gabbiani volano alti liberi, sembrano felici.
Un nuovo giorno sta per cominciare.
Penso al moto del cuore che sposta i miei giorni e che mi vede da sempre ovunque a tamponarti ferite e a rassettarti il cuore.
Come fai tu con me, così, dal tempo senza inizio.
Non è vero che sono stata sempre io a perdonarti e a soffrire. Ho memoria delle tue eterne attese dietro quella enorme finestra e del mio rallentare ad ogni passo quando non volevo saperti. Quando oltre te avevo io da stare.
E se fossi ancora ancorata a quella umana paura?
La gente non lo sa.
Ma è questo l’esistere. Equilibrare il karma vicendevolmente, vita dopo vita e comprendere che ciò che peniamo ha sempre un senso più grande, un bilanciare più importante. Ed è sempre eterno patto tra anime.
La notte rincorre il giorno che si affretta a colorare del suo calore questo nuovo mattino, perché non sia ancora buio, perché non sia di nuovo buio.
Copriti il cuore, oltre ciò che di apparenza ti illude, al di là di ogni pensiero oggi percepirai brividi e non saranno di freddo.
No non dirmi grazie ma ricordami ancora che nei secoli anche quando dimentichi, come me non puoi non ricordare.
Lei è la donna che ti partorisce e che più di tutti al mondo ti ama, io quella che come nessuno di te sa e che silenziosa ogni volta, vita dopo vita rinasce per ricordarti chi sei, mentre ti accarezzo ogni dolore e ti accompagno a vivere.

Tiziana Cerra

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